
"Figlio di Aristeo e di Autonoe , Atteone un abile cacciatore. Egli, subì una terribile punizione da parte della dea Artemide, indignata con lui o perchè Atteone avrebbe peccato di superbia vantandosi di essere un cacciatore più abile della dea stessa o perchè egli avrebbe guardato la dea nuda mentre faceva il bagno nella fonte Parteia. Atteone venne mutato dalla dea in un cervo e quindi fu sbranato dai suoi cani. Il mito dello sbranamento di Atteone ha un precedente nella leggenda di Orfeo fatto a pezzi dalla Baccanti o dalle fiere, ed è sotto ripreso, nella duplice versione, in alcune figurazioni della ceramica attica ed etrusca. Una ricostruzione moderna del mito, ricca di significati simbolici, la ritroviamo anche negli Eroici furori di Giordano Bruno e in un idillio di Giovanni Battista Marino. "
Questo mito va a spiegare :
- Atteone significa l'intelletto intento alla caccia della divina sapienza. Costui slaccia i mastini ed i veltri.
- L'operazione de l'intelletto precede l'operazione della volontà; ma questa è più vigorosa ed efficace che quella.
- Alle selve, luoghi incolti e solitari, visitati e perlustrati da pochissimi, e però dove non son impresse l'orme de molti uomini.
- Il giovane poco esperto e pratico, come quello di cui la vita è breve ed instabile il furore, nel dubbio camino de l'incerta ed ancipite ragione ed affetto designato nel carattere di Pitagora, dove si vede più spinoso, inculto e deserto il destro ed arduo camino, e per dove costui slaccia i veltri e mastini per la traccia di boscaglie fiere, che sono le specie intelligibili de' concetti ideali; che sono occulte, perseguitate da pochi, visitate da rarissimi, e che non si fermano a tutti quelli che le cercano.
Qui si nota nel specchio delle similitudini, nelle opere dove riluce l'efficacia della bontà e splendore divino: le quali opre vengono significate per il soggetto delle superiori ed inferiori, che son sotto e sopra il firmamento; vede il più bel busto e faccia, cioè potenza ed operazione esterna che vede si possa per abito ed atto di contemplazione ed applicazioni di mente mortale o divina, d'uomo o dio alcuno.
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